La sindrome della bandelletta

Se sei un amante della corsa sai che una delle articolazioni più stimolate dal movimento in questione è quella del ginocchio e tutte le varie strutture che ne fanno parte come tendini, ossicini, legamenti e muscoli. Oggi andremo a vedere causa, problemi e possibili rimedi alla cosiddetta “sindrome della Bandelletta”

Quasi chiunque si sia cimentato con la corsa, prima o poi cede alla sfida personale e chiede sempre di più al suo corpo, e proprio quando uno si accinge a superare il suo chilometraggio abituale possono sorgere dei problemi uno fra cui è proprio la sindrome della bandelletta. Questa manifestazione infiammatoria si può avere quando mandiamo il nostro ginocchio per cosi dire fuori giri, magari per un accelerazione al nostro ritmo o magari per una provo con noi stessi per fare più strada del normale. All’inzio questo infortunio si manifesta con un leggero dolore nella parte laterale esterna del ginocchio e spesso viene scambiato come un semplice dolore da fatica, da movimento, man mano che si continua l’attività questo tende a aumentare di intensità costringendo anche i più esperti corridori a tornare ad un ritmo quasi da camminata, per poi sparire come ci fermiamo per qualche minuto in più. Questo è uno dei segnali che il corpo ci invia quando stiamo andando oltre i nostri limiti fisici.
La parte del ginocchio in questione(la bandelletta) è più specificatamente la bandelletta ileotibliale, ed è il tendine di congiunzione fra il muscolo tensore della fascia alta e il grande gluteo, praticamente inizia dalla parte alta della coscia e finisce appena sotto al ginocchio. Il suo compito è quello di sostenere e mantenere il giusto allineamento durante i diversi movimenti dell’articolazione. Nonostante questo tendine lavori costantemente tutto il giorno è proprio durante la corsa che viene maggiormente messo sotto tensione causa l’elevato numero di volte che questo scorre sull’epicondilo laterale del femore.

Durante la corsa alcuni corridori manifestano la sensazione di aver il ginocchio come bloccato o comunque non più con la stessa fluidità di movimenti perché appunto il tendine, infiammandosi, perde la sua elasticità e questo si avverte soprattutto quando pieghiamo il ginocchio. Alla sua comparsa uno dei modi per alleviare il dolore, che spesso è come un pizzico continuo, è quello di utilizzare del ghiaccio per non più di 20 minuti nella fase in cui il dolore è più acuto.

Fra i fattori di rischio come per quasi tutti gli infortuni ci sono fattori fisici e fattori sportivi, in particolare per questo tipo di infortunio fra i fattori anatomici di rischio possiamo ritrovare il sovrappeso,l’epicondilo femorale pronunciato, il ginocchio valgo, il piede pronato, arti inferiori con lunghezza differente, il piede cavo o piede piatto e l’artrosi al ginocchio. Fra i fattori sportivi o comunque di movimento che portano a questo tipo di infiammazione possiamo trovare il correre il salita o in discesa, l’utilizzo di scarpe da corsa non più in stato ottimale, un riscaldamento non effettuato bene, piani di allenamento sbilanciati o troppo intensi, la scarsa forza dei muscoli abduttori dell’anca e anche utilizzare una bicicletta con misura sbagliata può aumentare il rischio di incorrere in questo infortunio.

Per evitare di andare più spesso del dovuto incontro a questa infiammazione è consigliato un riposo assoluto da 2 a 4 settimane a seconda dell’intensita dell’infiammazione e sopratutto cercare di potenziare tutto l’apparato muscolo-scheletrico della parte inferiore del corpo, spesso il tendine in queste situazioni si “sostituisce” al muscolo in fase di sostegno. Per limitarne l’insorgenza sono consigliati e possono essere utili anche diversi esercizi come lo squat su una sola gamba, il sollevamento laterale delle gambe, e fare dei passi laterali aiutandosi con degli elastici per fare più forza sull’articolazione sul muscolo.

Nonostante tutte le accortezze purtroppo da questo infortunio si riesce a tornare ai ritmi precedenti anche a distanza di diversi mesi, magari con percorsi graduali di ripresa dell’attivita con camminate per poi accelerare il passo e cercando di gestire il dolore attraverso gli esercizi specifici studiati e calibrati con l’aiuto di un professionista del settore.

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